Ivan Cottini: La danza della farfalla e la forza di vivere con la disabilità
Introduzione: La fragilità come risorsa
Dopo aver esplorato il tema dell'inclusione attraverso i legami sociali, l'importanza dell'espressività, dell'utilizzo di strumenti compensativi e della comunicazione, vogliamo ora approfondire una prospettiva diversa: quella della fragilità come risorsa. Per farlo, prendiamo spunto da un testo di grande valore che parla di una condizione complessa come la sclerosi multipla. È una malattia cronica neurodegenerativa che può presentarsi con sintomi diversi ed incidere su ogni aspetto della vita. Questo libro offre riflessioni profonde che possono aiutare chi affronta sfide quotidiane. Questo articolo si inserisce nel nostro percorso su Un Ponte Verso l'Arte Accessibile, cercando di evidenziare come la cultura possa essere uno strumento di riflessione e di inclusione per tutti.
Un libro che va oltre la malattia
La disabilità non definisce chi sei
"Ero entrato seduto a dicembre e ai primi di febbraio uscii dall’ospedale in piedi. Anche se avevo bisogno di un bastone o di un appoggio, ero di nuovo in posizione eretta. Quella fu per me una soddisfazione enorme, un risultato incredibile e insperato anche solo un mese prima. Uno non ci pensa magari, ma tra camminare e stare seduto su una sedia a rotelle c’è una differenza abissale".
Questa frase non parla solo di un traguardo fisico, ma della volontà di riprendersi la propria dignità.
Amore e relazioni: il peso emotivo della malattia
Questo passaggio evidenzia una realtà spesso taciuta: la fragilità emotiva che accompagna chi convive con una malattia cronica e il timore di essere un peso per chi si ama.
Quell’esperienza segnò profondamente il suo modo di vivere le relazioni: "...quell’esperienza condizionò molto la mia idea di amore e il significato delle relazioni. La ferita che mi inflisse mi portò, ancora una volta, a chiudermi emotivamente, forse nel tentativo inconscio di proteggermi dalle delusioni. Il mio corpo aveva talmente tanto dolore da sanare che l’idea di procurarmene altro, di natura affettiva, mi era insopportabile. La malattia era inevitabile, ma il cuore si poteva e doveva tutelare".
Nel rapporto con sua figlia Viola emerge la tenerezza e la forza del loro legame: "Del resto, lei ha capito fin da piccolissima la mia condizione e, a partire dai tre anni, quando vuole rendermi suo complice in qualche impresa domestica, si avvicina alla sedia a rotelle, mi guarda e mi dice: «Dài papà, adesso vieni con me»".
Il potere trasformativo della danza
Se c'è un elemento che emerge con forza dal racconto di Ivan Cottini, è il ruolo salvifico della danza. Incontrare Bianca Maria Berardi, ballerina e coreografa, rappresenta per lui una rinascita: "la malattia era fuori da quella sala prove, non era più al centro". La danza, quindi, non è solo una forma di espressione artistica, ma diventa un atto di ribellione contro la sclerosi multipla e un modo per riconquistare il controllo sul proprio corpo.
Nonostante le difficoltà fisiche, Ivan e Bianca hanno calcato numerosi palcoscenici, dimostrando che l'arte può abbattere le barriere e creare nuove possibilità.
"Se nel mondo televisivo ero agli esordi, nel mondo della danza già nel 2015 avevo un assetto consolidato: io e Bianca eravamo una coppia di ballerini, con all’attivo tante esibizioni. Avevamo la capacità di adunare le folle e venivamo quasi sempre invitati alle serate di beneficenza", racconta Ivan, sottolineando come l'impegno e la passione possano dare vita a qualcosa di straordinario, anche nelle condizioni più avverse.
Impegno sociale e politico: oltre la danza
Riflessione conclusiva: la disabilità non è un limite, ma una sfida da affrontare insieme e un'opportunità per reinventarsi
Ilaria Marasco
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